Messaggio per la Settimana Autentica

Categorie: Avvisi

Carissimi consiglieri e membri della commissione liturgica e battezzati in generale,

Avendo raccolto tutti i consigli arrivatomi, dopo averne parlato con la Diaconia, dopo una attenta analisi, vi propongo l’ipotesi di celebrazione della Settimana Santa che già domani vorremmo lanciare (anche se mancano ancora diversi aspetti da precisare, dal momento che la Diocesi, pur avendo già dato alcune linee guida, non ha ancora fornito gli strumenti).

Partendo da quanto suggerivano il Vescovo e il vicario generale, abbiamo pensato di sottolineare tre aspetti del nostro essere Chiesa.

Il nostro vescovo diceva nella lettera che ci ha inviato: “Siamo costretti a una celebrazione che assomiglia più alla prima Pasqua che a quelle solenni, festose, gloriose alle quali siamo abituati.
La nostra Pasqua, vissuta più in casa che in chiesa, è la cena secondo Giovanni: i suoi segni espressivi sono la lavanda dei piedi, la rivelazione intensa agli amici dei pensieri più profondi, la preghiera più accorata al Padre.
La nostra Pasqua quest’anno rivive quella sera: «La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”» (Gv 20,19). Incomincia così una storia nuova.”
(Dal messaggio di speranza dell’Arcivescovo Mario Delpini per questa Pasqua 2020)

Ecco allora i tre aspetti del nostro essere chiesa:

  • siamo una chiesa domestica, che vive nella casa, e quindi siamo invitati a valorizzare la liturgia domestica, familiare, attorno al tavolo;
  • siamo una Comunità Pastorale, la Comunità san Paolo VI formata da 4 parrocchie e quindi vorremmo che questa comunità si percepisca in questa scelta corale e condivisa da tutti, oltre che per alcuni dettagli;
  • siamo Chiesa Cattolica e Ambrosiana e quindi cercheremo di seguire le celebrazione del papa e del Vescovo.

Quest’anno la Pasqua sarà vissuta più in casa che in chiesa.

Le nostre chiese parrocchiali sono le nostre case, le 4 grandi case delle nostre 4 parrocchie. Noi le sentiamo casa nostra, ci troviamo a nostro agio. Di esse diciamo: “qui sono stato battezzato”, “qui ho celebrato il mio matrimonio, la prima comunione!”, “qui abbiamo celebrato il funerale della nonna bis!”.

Eppure oggi non possiamo riunirci nella nostra grande casa. Vivremo la Pasqua perciò nella nostra piccola casa, la nostra famiglia, che è la nostra seconda chiesa (la Chiesa domestica).

In questa seconda chiesa che è la famiglia noi siamo invitati a celebrare la Pasqua. Come gli Ebrei nel tempo dell’esilio non poterono celebrare la Pasqua pellegrinando al tempio di Gerusalemme e dovettero imparare a celebrare la Pasqua in esilio, così siamo chiamati a vivere il rito della Pasqua in famiglia.

Alcuni da soli. Alcuni in due, marito e moglie, figlio e madre, figlia e padre. Alcuni con una famiglia più numerosa, marito e moglie e figli. Ciascuno però nella sua casa.

In casa sarete chiamati a celebrare una liturgia semplice che vi invieremo appena saranno disponibili gli schemi proposti dalla Diocesi, in cui ciascuno avrà un compito: dove gli adulti – presbiteri infatti significa anziani – presiedono il rito e dove anche i piccoli possono fare qualcosa come preparare la tovaglia, mettere un fiore, cercare di abbellire la stanza, il soggiorno, dove celebrerete quest’anno la Pasqua del Signore.

Appena avremo le diverse celebrazioni, le diffonderemo tramite i tanti strumenti che abbiamo; ne stamperemo alcune copie per chi non potesse farlo e le lasceremo in alcuni punti del paese così che, quando uscite per andare in farmacia o per la spesa, li potete prendere.

Questa celebrazione familiare vorremmo che fosse per tutti il cuore della nostra Pasqua, soprattutto pensando ai nostri piccoli e ai ragazzi, che sono di solito insofferenti davanti ad una celebrazione vista alla televisione, ma che possono essere coinvolti attivamente in una celebrazione dove ciascuno deve avere un compito, dove, nel silenzio della vostra casa, dopo aver spento tutto ciò che disturba e dopo aver messo in ordine tutto ciò che distrae, potrete celebrare la Pasqua del Signore.

Quest’anno la Pasqua sarà vissuta anche in comunione con la Chiesa Universale e Diocesana.

Assieme a questo momento familiare possiamo anche partecipare alle celebrazioni che il vescovo Mario o papa Francesco svolgeranno, collegandoci con la televisione o con i diversi mezzi di comunicazione.

Le celebrazioni dell’Arcivescovo sono visibili in TV su chiesaTV (canale 195) o su YouTube (canale “Chiesa di Milano”)

Le celebrazioni del Papa sono trasmesse su YouTube o su TV2000 (canale 28).

Forse non dobbiamo e non riusciamo ad accontentarci solo di questi momenti che sono vissuti da noi come degli spettatori. Sono importanti perché ci possono aiutare.
Non riduciamo però la celebrazione solo a questo momento, soprattutto se non siamo soli in casa, ma arricchiamolo con la nostra celebrazione casalinga di cui ha parlato nel punto precedente.

Quest’anno la Pasqua sarà celebrata dalla nostra Comunità Pastorale in modo particolare.

Noi sacerdoti celebreremo come intercessori per tutti voi, ma senza diffondere la diretta delle nostre semplici celebrazioni.

Noi sacerdoti vorremmo essere presenti a casa vostra e allora abbiamo pensato di venire idealmente, in punta di piedi, entrando in casa vostra per dire una parola.

Lo faremo con un messaggio vocale che riceverete la domenica delle Palme e durante il triduo Pasquale. Vi chiediamo di ascoltarlo durante la celebrazione che farete in casa vostra, quando sarete riuniti in preghiera.

Manderemo quindi dei messaggi vocali al consiglio pastorale, che poi li invierà ai gruppi e ciascuno ai suoi sottogruppi e ciascuno ai suoi amici e ciascuno ai suoi familiari, fino agli ultimi, a coloro che non hanno un mezzo moderno, ma semplicemente un telefono fisso.

Ci sono degli anziani che non hanno internet, che non hanno il telefono cellulare, che non sanno ascoltare gli audio di WhatsApp, però hanno sicuramente dei nipoti o dei vicini che si prendono cura di loro. Fate in modo di far giungere a loro per telefono il nostro messaggio, fosse anche chiamando con due telefoni (uno per chiamare e l’altro per far partire il vocale): è il «nostro fattore R0 di fraternità» che si moltiplica! Anche chi è solo, sentirà la sua comunità vicina.

Così, dopo una Quaresima dura, dopo una quarantena che ci ha fatto piangere in silenzio tante volte, che ci ha commosso sentendo le sirene, vedendo immagini strazianti, vogliamo lasciare che la vicenda di Gesù possa illuminare la nostra vita e il messaggio della Pasqua porti luce dove ora vediamo solo nero e morte.

Se sapremo fare silenzio nelle nostre piccole celebrazioni familiari, scopriremo che il Signore viene, come la sera di Pasqua, e ci porterà il dono della Pace.

Don Gianbattista e la Diaconia.