Una voce per il Vangelo

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Esperienza di commento al Vangelo per la diocesi di Arianna De Luca.

Carissima Arianna, che cosa hai provato quando ti hanno chiesto di commentare i vangeli di una settimana dell’anno?

Sicuramente una grande riconoscenza. É stato un mio professore in università, dopo un esame, a chiedermi questo servizio. Non potevo che essere grata per la fiducia riposta nei miei confronti e nelle mie capacità.

Come ti sei preparata per questo compito?

Beh, in realtà “giocavo in casa”. Per fortuna mi capita di commentare ogni giorno il Vangelo o qualche vicenda della vita di Gesù a scuola, con i bambini. Ma in effetti, qui il pubblico era un po’ diverso. E questa é stata la difficoltà maggiore nel preparare i commenti: non sapere a chi mi stessi rivolgendo (giovani, adulti, sacerdoti, teologi…).

Ad ogni modo ho riletto i miei appunti universitari e letto qualche commento dei più esperti esegeti e biblisti, messo giù qualche riga di commento e poi…ho fatto spazio alla Sua Parola.

Sei soddisfatta di quello che hai fatto, oppure sei rammaricata per qualcosa?

Mi ritengo soddisfatta, si. Ovvio, si può sempre migliorare nella vita e quindi, bisogna sempre puntare al meglio. Credo che il desiderio di questo servizio, sia dare una voce al Vangelo e questo é un modo per farlo. Quindi, con questo scopo, penso di possa sempre essere contenti del risultato.

Molte volte i laici anche in parrocchia dicono di non essere pronti a guidare una preghiera o a fare una riflessione sul vangelo con soli laici. Tu che cosa pensi? credi che occorrerebbe osare di più?

Ci troviamo di fronte alla realtà in cui ci sono sempre meno sacerdoti che però si trovano a servire comunità sempre più grandi. Avere la possibilità di momenti guidati, anche da laici, é una grazia per tutti! Quindi penso che sarà una realtà inevitabile l’aiuto da parte dei laici in questi momenti, che, penso, si possa trasformare in risorsa. Personalmente credo che, più che di “osare”, bisognerebbe parlare di “disponibilità” e “umiltà”. Chi si troverà a guidare questi momenti insieme dovrà essere una persona competente e preparata ma, prima di tutto, dovrà essere disponibile e umile. Disponibile ad accettare il servizio che gli viene chiesto e umile, non come chi crede di salire in cattedra e “dare la lezioncina”, perché se c’è una lezione che proprio Gesù ci ha dato é quella dell’umiltà. Ma credo fortemente che queste due caratteristiche dovranno essere proprie anche della nostra comunità. Tutti dovremo essere riconoscenti e disponibili ad accettare i cambiamenti e soprattutto umili nel riconoscere il servizio che un altro laico sta mettendo a disposizione di tutti, senza eccedere in critiche o opposizioni sterili.

Che cosa ti piacerebbe fare in più in questa direzione?

Al momento non ho pensato ad un “futuro” in questa direzione ma mi metto a servizio del bisogno che ci sarà. Del resto lo sappiamo lo Spirito, come il vento, soffia dove vuole, l’importante è essere pronti ad accoglierLo.