Educare lasciandosi muovere dalla compassione

Categorie: Archivio 2018,Comunicare,Parrocchia di Ferno

La festa di S. Giovanni Bosco celebrata in oratorio a Ferno il 31 gennaio

“Venite in disparte”, disse Gesù agli apostoli perché si riposassero, ma poi vide una grande folla, ebbe compassione e si mise a insegnare loro. È questo lo stesso atteggiamento che deve avere l’educatore, su modello di Gesù, così come S. Giovanni Bosco ci dà esempio.

Questo santo è stato festeggiato dalla nostra Comunità il 31 gennaio scorso con la Santa Messa celebrata nella cappella dell’oratorio seguita da un piacevole momento in compagnia con abbondanti cibarie condivise.
Il celebrante, don Gianbattista, ha posto come parola centrale e ricorrente la compassione: Gesù stesso cercava un’oasi di pace per riposare, ma nel momento in cui le folle lo vennero a cercare non le evitò, non si fece vincere dalla programmazione, dalle sue necessità, ma si lasciò prendere dalla compassione.
Per diventare un buon educatore, innanzitutto, come insegna don Bosco, bisogna “conoscere le proprie pecore”: all’aspirante prete che aveva difficoltà a conoscere i ragazzi dell’oratorio il santo consigliava di stare vicino alla fontana, dove tutti i ragazzi passavano (e passano). Solo osservandoli e conoscendoli si possono scoprire e far fruttare le doti che ognuno ha. Per essere educatori bisogna quindi stare in mezzo al gregge e mai tenersi separati da esso, chiudersi in segreteria, o rifugiarsi da qualche parte per non stare con i ragazzi (cappella a parte, ma per pregare, però, come Gesù nel Vangelo, sempre pronti a dar retta al primo ragazzo che viene a “disturbarci”). Ecco dunque che è giusto sì avere propri spazi privati, ritagliarsi un momento per riposare o per meditare e pregare, ma non dobbiamo farne un assoluto. L’assoluto dell’Educatore è la compassione.

Flavio Martini