S. ANTONINO: Parrocchia S. Antonino


Nel giugno 1969 l’allora parroco don Mario Manfrin invitava la popolazione ad un’assemblea parrocchiale straordinaria ponendo all’ordine del giorno due quesiti:

1) è veramente necessaria una nuova chiesa?
2) se è necessaria, che cosa bisogna fare?

La struttura della vecchia chiesa, tetto e campanile, pavimento e muri perimetrali, ecc., aveva urgente bisogno di un intervento. La capienza era insufficiente, vista la popolazione residente e le maggiori esigenze del futuro. L’ubicazione era sull’unica strada di comunicazione con i paesi vicini e senza un adeguato parcheggio per le macchine.

Il parroco sottolineava la generosità della popolazione grazie alla quale, negli anni immediatamente precedenti, si erano realizzate la costruzione della Casa del Giovane, la ristrutturazione della casa parrocchiale e dell’Asilo; generosità che, abbinata al benessere crescente, rendeva credibile la realizzazione della nuova chiesa. L’assemblea decise di indire un Referendum popolare (una grande novità per Sant’Antonino!), e a tale scopo si distribuì una scheda-questionario. L’esito favorevole del Referendum comportò l’attivazione di un comitato formato sulla base delle indicazioni contestuali alle risposte.

Era già a disposizione della parrocchia un’area adeguata su cui costruire, donata da donna Vittoria Oltrona Visconti. Il comitato dopo lunghe e appassionate discussioni scelse il progetto del giovane architetto Claudio Maffiolini di Cassano Magnago, tendente ad illustrare il concetto di chiesa come “tenda di Dio”. II parroco lo rendeva noto alla popolazione con un foglio illustrativo datato 8 dicembre 1970.

Nel frattempo era cominciata la raccolta delle quote sottoscritte. Il progetto “la tenda di Dio” si presenta chiaramente leggibile dall’esterno. È facile cogliere i distinti volumi: il corpo centrale di forma quasi completamente rotonda; il corpo ellittico della ecclesia hiemalis che si stacca nitidamente da questo, pur compenetrandolo; il basso nastro del deambulatorio che avviluppa il corpo centrale, per poi slanciarsi con moto proprio in un movimento ardito, ma ordinato, sereno, solenne. Le parti basse, dall’una e dall’altra parte della chiesa, chiariscono già dall’esterno la loro funzione sussidiaria e partecipano solo nella giusta misura al volume complessivo.

L’11 dicembre 1974 Monsignor Bernardo Citterio benediceva la prima pietra della costruzione, inserendovi una pergamena a ricordo, e all’inizio del 1978 la chiesa era ultimata e veniva benedetta. La nuova chiesa parrocchiale è stata consacrata dall’Arcivescovo di Milano Cardinal Giovanni Colombo il 1° maggio 1979.

E ora parliamo della chiesetta della Madonna dell’Aiuto, una Cappella eretta nel 1734 dai nobili e dalla popolazione di Sant’Antonino Ticino per devozione alla Vergine. È certamente uno dei luoghi più cari ai santantoninesi: è da lì che si parte ogni Domenica delle Palme in processione, con i rami d’ulivo, verso la chiesa parrocchiale, e non si può fare a meno di notarla passando, perché é posta in corrispondenza di una curva e ci invita a una breve sosta. Da ragazzo ci andavo a piedi o in bicicletta, dato che abitavo nelle vicinanze, ed era sempre obbligatoria una sosta, soprattutto nelle afose giornate estive; da lì si poteva avere una bella vista della campagna circostante, campi coltivati a grano o frumento, e per un attimo ti perdevi in quel quieto mare d’erba, dove il confine era chiaro e definito, finiva il paese e cominciava la campagna. Da qualche tempo non e più cosi, giacché attorno sono cresciuti edifici e cemento, ma questa è un’altra storia. Nel 1934 il geometra Fedeli di Albizzate realizzò il pronao, e il pittore Angelo Galloni decorò gratuitamente la cappella per devozione alla Vergine.

La particolarità della Madonna dell’Aiuto è il quadro, inizialmente collocate proprio all’interno della Cappella, di cui si può vedere una copia all’interno ed anche sopra il portichetto, oggi custodito nella chiesetta “feriale” della parrocchia. Un olio su tela, un tondo opera di un pittore settecentesco che si ispirò allo stile di Lucas Cranach il Vecchio, pittore e ritrattista rinascimentale, famoso per essere stato il ritrattista di Martin Lutero. Esso fu restaurato nel 1983 da Padre Ambrogio Fumagalli (1915-1998), monaco benedettino olivetano e pittore, autore anche delle belle vetrate della nuova chiesa parrocchiale, in particolare della Via Crucis all’ingresso.

 

Fonte: “Sant’Antonino Ticino, 1496-1996, cinque secoli di storia di una Comunità”, editato in occasione dei 500 anni della Parrocchia, “In Vista”, febbraio-dicembre 2018 e riportato sul sito www.fmboschetto.it

 

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